STORIA E CURIOSITÀ
Già raccolto tra Tigri e Eufrate in tempi ben remoti, sembra siano stati gli antichi Romani – altri dicono i Greci – a dare il nome all’asparago, ricordando che la cima (la parte apicale) ne rappresenta la porzione commestibile.
A distanza di alcuni secoli l’asparago è riuscito a diffondersi in ogni continente, conquistando oggi le cucine italiane così come i campi peruviani e anche i ricettari tradizionali tedeschi.
Curiosità: perché dopo aver mangiato gli asparagi, l’urina ha un cattivo odore? Se ti fai questa domanda fai parte della metà della popolazione mondiale che percepisce questo odore (proprio così, l’altra metà non lo sente, scopri qui perché). Niente da temere, però: non è un sintomo di problemi di salute bensì solo l’effetto di un particolare aminoacido, l’asparagina, che metabolizzato viene trasformato in solforati dal caratteristico (per alcuni “s-fortunati”) odore.
ASPETTI NUTRIZIONALI
Povero di sodio e ricco in altri sali minerali (calcio, fosforo, magnesio, potassio), l’asparago vanta anche riconosciute proprietà diuretiche e depurative.
L’apporto nutritivo si completa con il buon contenuto di vitamine C (particolarmente nella varietà verde) e B9.
IN CUCINA PRESSO IL NOSTRO RISTORANTE
Gli asparagi sono dotati di una parte sotterranea equivalente alle radici (rizoma o zampa) dalla quale spunta la porzione commestibile (il turione). A differenza di altre verdure per le quali un minore spessore è sinonimo di tenerezza, per gli asparagi sono proprio i turioni di diametro maggiore quelli più teneri, in quanto dotati di una polpa maggiore rispetto alla parte esterna.
L’asparago accompagna bene ogni genere di piatto, dagli antipasti ai contorni (frittate, quiches), fino ai primi piatti (con riso e pasta). Una buona idea? Servirlo all’inizio del pasto accompagnato da crostini e una salsa di vinaigrette.
Mentre per zuppe o risotti la varietà bianca è ottimale, le frittate si sposano al meglio con gli asparagi selvatici raccolti nei boschi (puoi passarli prima alcuni minuti in padella per attenuare il caratteristico sapore molto forte).
Ricorda: non esistono asparagi a lunga conservazione: l’ideale è consumarli freschi, altrimenti sono da tenere due giorni al massimo in frigo.